1. L'ITALIA PAGA I CORSI DI STUDI AGLI AFRICANI A FRONTE DI MILIONI DI ITALIANI CHE NON POSSONO DIPLOMA

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    di Elisa Murgese
    By Amolaconcretezza il 19 May 2017
     
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    Un progetto tutto italiano permetterà a tredici studenti del paese africano di seguire un corso di studi biennale con docenti italiani che andranno sul posto come volontari a fare loro lezione. "Qui si muore ancora per sciocchezze e ci sono persone devastate da cisti"

    Tra i tredici studenti africani scelti, c’è chi vive nella zona rurale e impiega più di due ore a piedi per arrivare in tempo a lezione. All’Università di Ngozi, la terza città del Burundi, in cattedra ad aspettarli dentisti e odontoiatri italiani con un obiettivo: consentire a questo piccolo stato africano tra Ruanda, Repubblica Democratica del Congo e Tanzania di laureare i primi dentisti del Paese. Perché in Africa, di ascesso ancora si muore. “Qui si vedono patologie e tumori mai visti, ma anche bambini morire per sciocchezze o persone devastate da cisti che potrebbero essere facilmente rimosse”.

    Pino La Corte è un dentista libero professionista appena tornato dal continente nero: è lui l’anima di un progetto tutto italiano che permetterà a tredici studenti del Burundi di seguire un corso di studi biennale con docenti italiani che andranno in Africa come volontari a fare loro lezione. “Buona parte dei migranti che arrivano a Milano fanno richiesta proprio di cure odontoiatriche. Del resto i problemi legati all’igiene dentale sono al quarto posto nella classifica delle patologie più diffuse nel mondo”, continua La Corte, che è anche presidente della onlus Solidarietà Medico Odontoiatrica nel Mondo (Smom). Secondo il dentista, infatti, “non si può pensare che questi non siano problemi pericolosi per l’Africa”. Che si trascinano anche difficoltà che in diversi casi possono portare alla morte del paziente.

    Quando il presidente di Smom è andato dall’associazione dei dentisti del Burundi, si è trovato davanti un foglio con segnati a malapena una decina di nomi. “In un Paese con oltre 10,3 milioni di abitanti – racconta Pino La Corte – i dentisti laureati saranno una decina, quasi tutti al lavoro nella capitale”. Tra i motivi, il fatto che nel piccolo stato africano, come in quasi in tutta l’Africa centrale, non esiste alcun corso di formazione in odontoiatria. “La maggior parte dei dentisti si laurea all’estero, in Algeria o Ucraina – continua La Corte –. Chi studia in Europa, invece, difficilmente sceglie di tornare nel continente nero”. Chiave di volta del progetto italiano, quindi, è stato scegliere di formare i dentisti direttamente in università burundesi. Si tratta di studenti, tra i 20 e i 25 anni, iscritti al primo anno di infermieristica all’Università di Ngozi, che si specializzeranno per due anni con la trentina di docenti dell’Università degli Studi di Verona e di Milano che hanno scelto di andare – a loro spese – in Burundi per fare loro lezione, in cicli che vanno dalle due alle quattro settimane.
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